“Chi non ricorda quegli uomini liberi,quei padri di famiglia prelevati, dagli squadristi in camicia nera, dalle loro abitazioni, dal letto coniugale, dagli uffici, dai posti di lavoro? Prelevati, bastonati, tradotti in carcere o massacrati davanti alle loro abitazioni o davanti alle Camere del Lavoro incendiate. Che cosa è avvenuto delle loro mogli, dei loro figli, dei loro genitori? Che cosa è avvenuto di quelle famiglie? Quanti nomi si potrebbero fare! Quanti conosciuti, quanti rimasti sconosciuti! Ma di tutti sono conosciute le loro sofferenze morali e materiali. Per venti anni mogli, figli, famiglie di antifascisti sono stati perseguitati, sono stati sottoposti al più spietato terrore. Costretti a vivere lontano dai loro cari, nel più completo isolamento. Quanti di costoro non sono più tornati, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro case....
Ognuna di noi che si è trovata durante la guerra di liberazione nazionale, al posto della mamma, a dare l'ultimo sorso d'acqua e l'ultimo addio a un patriota che ci abbandonava per sempre senza chiedergli quale fosse la sua fede politica e religiosa, ha fatto la promessa di non dimenticare le parole che ogni volta ci venivano ripetute: “fate che il nostro sacrificio-ci dicevano i caduti-non sia stato vano”. "Ebbene, on. Colleghi, uniti con loro rinnoviamo la promessa dicendo ai nostri compagni di lotta, di sofferenza e di gloria: “Riposate in pace, finchè in Italia ci sarà un antifascista ... il vostro sacrificio non sarà stato vano ed il fascismo non passerà.
On. Gina Borellini
Medaglia d'Oro al valore militare
(da un discorso pronunciato alla Camera dei Deputati nella 1° legislatura)
INCERTI ERNESTO
Nato a San Possidonio, il 31 dicembre 1921, abitante in via Castello, muratore.
Partigiano della Brg. "Remo", divis. Modena Pianura, II zona militare partigiana. Dopo aver partecipato con la propria formazione a diverse azioni, doveva cadere proprio la vigilia della Liberazione, il 21 aprile 1945, nell'azione di appoggio ai Paracadutisti dell'Italia liberata, che vennero lanciati nel mirandolese per agevolare la cacciata dei nazisti.
E' ricordato: nel Sacrario ai piedi della Ghirlandina, a Modena; nel Famedio partigiano provinciale del cimitero di S. Cataldo, pure a Modena; nella Lapide all'esterno del Municipio di S. Possidonio; nella intitolazione di una via a suo nome nel comune di Possidonio; nella Cappella commemorativa del cimitero di S. Possidonio.
Bibliografia: Commemorazione a S. Possidonio, s.f., in "Democrazia" 21/7/1945; E. Gorrieri, "La Repubblica di Montefiorino", p. 691; F. Canova, 0. Gelmini, A.Mattioli, "Lotta di Liberazione nella Bassa modenese", Anpi, Modena 1975, p. 363